Come scrivere una canzone pop
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Ciao a tutti!
Se questo format da un lato è rivolto a chi è alle prime armi nel campo della scrittura musicale, o a chi è interessato al suo “dietro le quinte”, dall’altro invito chi già invece ha dimestichezza con le informazioni fornite in questa serie ad aprire discussioni costruttive ed approfondimenti. Perché io qui espongo le mie idee, ma la musica non è solo matematica e perciò per ogni argomento ci sono varie interpretazioni e sfaccettature, tutte ugualmente interessanti.
Ma ora basta con le chiacchiere ed andiamo al succo del discorso.
Come si scrive una canzone pop?
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Il pop non è un genere!
Innanzitutto una breve ma importante precisazione: cosa significa pop?
Il termine Pop racchiude tutte quelle musiche che hanno raggiunto una certa fama a livello popolare. Questo porta dunque ad una prima conclusione: il pop non è un genere musicale, ma cambia e segue il gusto e la moda delle persone. Da ciò deriva il fatto che, oltre a caratteristiche che fanno parte del bagaglio culturale e storico di una società, non vi sono strutture tipiche della musica pop, cioè elementi che la caratterizza in maniera inconfutabile – come invece avviene per i generi quali l’opera lirica o il blues – ma piuttosto si tratta di un continuo evolversi. Pop può essere una musica rock così come dance.
Detto questo, l’obbiettivo ultimo della musica pop è quello di essere apprezzata dal maggior numero di persone possibile.
Se voleste approfondire l’argomento, c’è un interessante articolo di Joe Bennet dal titolo Collaborative Songwriting – The Ontology Of Negotiated Creativity In Popular Music Studio Practice in cui si rintracciano le idee fondamentali del pop contemporaneo. Vi lascio il link qui di seguito.
https://joebennett.net/2011/07/07/collaborative-songwriting-academic-paper/
Ora vediamo alcune caratteristiche da tenere a mente per scrivere una canzone pop.
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Struttura
Per quanto riguarda la struttura possiamo avere varie concatenazioni, ma se dovessi scegliere la principale, direi:
Introduzione – Strofa – Ritornello – Strofa – Ritornello – Bridge – Ritornello
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Si possono aggiungere altre parti, come ad esempio un pre ritornello ed un post ritornello; a volte viene tolto il bridge, o l’introduzione; a volte si crea una coda finale che ha funzione di climax. Insomma, le varianti sono tante, ma la base su cui poggiano è quella mostrata qui sopra.
Un elemento importante da tenere sempre presente è la funzione dinamica delle varie sezioni: l’introduzione è spesso strumentale e molto pacata; la strofa ha per lo più una dinamica medio-bassa; il pre ritornello si alza leggermente e serve a preparare l’ascoltatore al ritornello, ovvero la parte con la dinamica più alta e con la melodia più immediata. Dopo il ritornello ci può essere un post ritornello con la funzione di ampliarlo tramite una parte solitamente strumentale; strumentale è anche il bridge che ha lo scopo di introdurre elementi di rottura con il resto della canzone che poi vengono negati dal ritornello finale, che “rassicura” l’ascoltatore facendogli risentire la parte già memorizzata dal cervello.
Di seguito vi elenco alcune canzoni e le loro rispettive differenze dal modello che ho indicato all’inizio del paragrafo:
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Un esempio di struttura del passato: i Beatles
I Beatles, che possiamo definire la band Pop per eccellenza, utilizzavano ad esempio una struttura molto particolare per le loro canzoni, diversa da quella che vi ho mostrato prima in quanto tendevano a mettere il ritornello come prima parte della canzone.
Il motivo per cui le canzoni dei Beatles partivano con il ritornello?
Come raccontano gli stessi membri della band di Liverpool, la struttura era dettata da un’idea commerciale: dato che la promozione avveniva principalmente tramite radio, l’obbiettivo della band era catturare immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore, in modo che non cambiasse stazione. E quale modo migliore di attirare l’attenzione se non partire con il ritornello?
Ora però i mezzi di promozione sono cambiati e non c’è più questa necessità; infatti la maggior parte delle canzoni pop attuali ha addirittura un’introduzione strumentale.
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Il potere dei numeri
Torniamo alle caratteristiche della musica pop attuale.
Una cosa da tenere a mente è che la struttura deve avere un andamento costante: la ripetizione dei versi, il numero delle strofe; tutto solitamente gira intorno al 2 ed ai suoi multipli. Ugualmente avviene per il ritmo, ovvero un 4/4.
Anche i secondi sono contati: se volete scrivere un pezzo di successo, conviene stare al di sotto dei 4 minuti, e l’introduzione è solita durare intorno ai 15 secondi.
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L’armonia
Qui potete sbizzarrirvi. Ovviamente non bisogna esagerare con il numero di “accordi” presenti nella canzone (solitamente 4 o 5, non di più), ma in fondo non c’è un obbligo particolare.
Se proprio si vuole trovare qualche ricorrenza evidente, direi di sfruttare molto il sesto grado e tralasciare suoni troppo dominantici (a meno che non si opti per un sound più vicino al blues). L’importante è tenere a mente che l’armonia deve suonare “bene”, non deve risultare troppo “difficile” all’ascoltatore (anche se magari nella realtà è piuttosto complessa) e deve ripetersi molto, proprio per entrare più facilmente nella mente.
Un’altra cosa che mi sento di dirvi è che spesso l’armonia rispecchia il “mood” della canzone: l’allegria e la spensieratezza sono spesso veicolate da un’armonia diatonica in tonalità maggiore, se la canzone è malinconica gli accordi maj7 funzionano molto bene, così come, se volete creare un’atmosfera cupa, un’armonia più incentrata su cromatismi può aiutare.
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Melodia
Qui bisogna dare il meglio di se. Attenzione alle rime, allitterazioni, rime interne, accenti delle parole, metrica. Questi elementi, se sfruttati bene, fanno fare il salto di qualità al pezzo.
Le tematiche sono meno importanti; solitamente si tratta di storie d’amore travagliate o di sentimenti in cui la maggior parte delle persone può identificarsi.
Generalmente il ritornello, invece, ha una caratteristica chiave molto importante: deve avere poche parole, idealmente tre, scandite da una melodia più “lunga”, ovvero con poche note.
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Ritmo
L’importante in questo campo è avere un accento particolare che catturi l’attenzione, come ad esempio un reggaeton – che è immediatamente riconoscibile – oppure un accento in levare del basso o della batteria (tecnica centrale in generi come la trap). Insomma, qualcosa che identifichi la canzone.
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Conclusioni
Ovviamente si tratta di caratteristiche da non prendere come categorie rigide, ma come spunti da personalizzare. A tutti gli effetti le parti migliori delle musiche solitamente coincidono con la rottura delle regole. Ma credo sia importante che si tratti di una rottura consapevole.
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Spero che questa breve analisi vi sia piaciuta. Se desiderate approfondimenti, chiarimenti, o volete proporre interpretazioni, scrivete qui sotto nei commenti!
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Nel frattempo buona giornata a tutti voi ed alla prossima!
(foto: Free-Photos da Pixabay)